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San Martino alle Tenute Orestiadi – Gibellina

San Martino festeggiato in modo allegro e alternativo dai soci della sezione di Trapani dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti presso le Tenute Orestiadi di Gibellina (TP).

Nella giornata di ieri, 13/11/2022 i soci sono confluiti da tutta la nostra provincia sul paese di Gibellina per visitare le cantine e scoprire da vicino tutte le fasi della lavorazione del vino, prodotto di eccellenza della nostra terra…

Verso le 10.30 i gruppi si sono riuniti presso le Cantine Ermes, alle porte di Gibellina, dove a tutti i partecipanti è stato consegnato un calice per l’assaggio del vino novello. L’ottimo enologo Michelangelo ha spiegato dettagliatamente a tutti i partecipanti le fasi di creazione dei loro prodotti, dalla vendemmia fino all’imbottigliamento.

A questo punto, il gruppo si è spostato alle Tenute Orestiadi dove la visita è proseguita nelle cantine e nella barricaia.

Alla fine della visita i nostri soci sono stati accolti in una grande sala dove è stato servito il pranzo a base di prodotti tipici e del vino della cantina.

Canti e balli prima, durante e dopo il pranzo hanno allietato tutto il tempo della visita.

Verso le 17.00 il gruppo si è nuovamente imbarcato sui mezzi e si è spostato verso il Cretto di Burri.

Il Cretto di Burri (o cretto di Gibellina) è il nome con cui è conosciuto il Grande Cretto, opera di arte ambientale realizzata da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del Belice del 1968.

Burri progettò un gigantesco monumento che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città: esso infatti sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le macerie, ora cementificate dall’opera di Burri; i blocchi sono stati realizzati accumulando e ingabbiando le macerie degli stessi edifici.

Burri progettò un gigantesco monumento che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città: esso infatti sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le macerie, ora cementificate dall’opera di Burri; i blocchi sono stati realizzati accumulando e ingabbiando le macerie degli stessi edifici.

Alla fine i partecipanti sono rientrati nelle proprie sedi.